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La Maledizione di Atuk: Il Film Mai Nato

Di film maledetti o pseudo tali la storia della cinematografia è piena. Basti pensare al celeberrimo The Crow in cui il protagonista Brandon Lee perse la vita sul set o al già citato dai nostri articoli The Antrum.

Quel che successe con L’Incomparabile Atuk è un altro di questi casi, in cui però, questa volta, ad avere una maledizione sembra essere lo script dell’opera più che il film in sé.

Il copione, infatti, ha avuto un esito fatale per apparentemente chiunque abbia provato a leggerlo, correggerlo e ad interpretarlo, fino a portare alla sofferta decisione di interrompere gli sforzi per portarlo sul grande schermo.

Il film, di conseguenza, a tutt’oggi risulta mai girato.

La storia di Atuk

Le origini di Atuk sono da ricercare nella letteratura.

Nasce infatti come libro, dalla penna e la mente del canadese Mordecai Richler, che aveva scritto un romanzo ironico e divertente dal titolo: “L’Incomparabile Atuk”.

Il suo protagonista era un eschimese da poco trasferitosi nella caotica città di Toronto, che si trovava ad affrontare le profonde differenze di vita e mentalità tra la metropoli ed il suo piccolo villaggio sperduto.

L’ilarità del racconto colpì talmente tanto la Hollywood dei tempi che ci fu subito l’intenzione di trasformarlo in un film, sebbene con qualche piccolo adattamento.

L’eschimese non si sarebbe, infatti, trasferito a Toronto, bensì negli Stati Uniti, nella New York delle contraddizioni, così che, grazie alla spiccata vena comica e pungentemente satirica che contraddistingueva il romanzo, potesse trasparire al meglio il quadro socio-culturale degli States del tempo.

Dunque quale miglior scelta di un comico per calarsi alla perfezione nella parte?

La scia di morte di Atuk

La prima vittima riconosciuta di questa supposta maledizione è stato John Belushi, celebre comico, cantante e attore statunitense, che avrebbe dovuto interpretare, per l’appunto, il protagonista.

Il suddetto, famoso al grande pubblico per i suoi ruoli in Animal House del 1978 e Blues Brothers, dove interpretava uno dei due storici fratelli, morì nel 1982 a causa di un overdose di droga. Aveva 33 anni.

La produzione non si arrestò, archiviando l’accaduto come incidente e provvedendo a cercare un degno sostituto di Belushi, che poi fu trovato in Sam Kinison.

Quest’ultimo si immerse subito nel lavoro, iniziando persino ad apportare modifiche di suo pugno allo script del film – cosa che fece storcere molto il naso alla produzione, che agì persino per vie legali – .

Alla fine, anche Kinison trovò morte prematura, quando a 39 anni fu vittima di un incidente d’auto. Nel suo sangue, stando all’autopsia, furono trovate tracce di droga.

Anche dopo l’ennesimo stop, la produzione del film non si arrese e contattò John Candy per interpretare Atuk.

Fu la terza vittima.

Neanche un mese dopo aver ricevuto la sceneggiatura, l’uomo ebbe un attacco di cuore che lo portò via.

La perseveranza nel realizzare il film

Non volendo cedere alla superstizione e relegando tutto a delle mere coincidenze, la produzione spinse ancora per tentare un’ultima volta la realizzazione di Atuk.

L’ultimo a cui fu proposto il ruolo dello straniero protagonista, fu Chris Farley, da sempre estimatore di John Belushi, che sapeva essere stato il primo Atuk.

Onorato della nomina e volenteroso di rendere omaggio al suo maestro, egli si immerse subito nella lettura del copione.

In questo caso l’ironia della sorte giocò con il destino del giovane Chris.

Proprio come l’attore che amava e stimava, infatti, Farley perse la vita a causa di un overdose di droga. Per giunta alla sua stessa età.

Sebbene Belushi, Kirison, Candy e Farley potrebbero già essere abbastanza per non parlare di coincidenze, c’è persino dell’altro.

Le ultime morti

Correlate alla Maledizione di Atuk, ci sono anche le morti di Michael O’Donoghue e Phil Hartman che non avevano preso parte direttamente ai lavori del film (o meglio non ancora) ma entrambi, rispettivamente da John Candy e da Chris Farley, avevano ricevuto la sceneggiatura per leggerla e per decidere se diventare parte del cast.

Per il primo si trattò di un emorragia celebrale, mentre il secondo fu caso di cronaca dopo che la moglie uccise Hartman a colpi di pistola e infine si tolse la vita essa stessa.

La fine di Atuk (e della maledizione)

Alla fine fu troppo da sopportare e anche una produzione incrollabile come quella di Atuk capitolò, decidendo fosse meglio rintanare lo script nel cassetto più remoto degli archivi hollywoodiani ed abbandonare l’idea.

Il film, come detto, non vide mai la luce.

Che si parli di maledizione o meno, è innegabile che questa macabra storia presenti degli elementi che possono mettere a dura prova gli scettici. Due delle sei morti sono avvenute per overdose, due per problemi sanguigni e due per mano di terzi, in un apparente schema che fa riflettere i più superstiziosi.

Ci sarebbe un’ultima cosa da segnalare, in conclusione. Qualcosa che potrebbe far correre un brivido lungo la schiena ai più.

Nel 2000, infatti, la sceneggiatura di Atuk fu messa in vendita su Ebay, alla portata del grande pubblico.

Ci sarà stato qualcuno così coraggioso da acquistarla?

Valerio Cioccolini
Valerio Cioccolini
Vi piacciono le serie tv? Andremo d'accordo. Non vi piacciono? Beh...andremo d'accordo ugualmente.

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