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Su Patch Adams e sull’importanza di vivere con “Eccessiva Felicità”

Il film Patch Adams diretto dal regista Tom Shadye nel 1998, che ha per attore principale l’indimenticabile Robin Williams, si apre con questa frase:

tutti i cuori irrequieti del mondo, cercano tutti la strada di casa

Patch Adams

e serve ad esprimere il clima di inquietudine e smarrimento provata dal protagonista nella fase della vita in cui ci viene presentato.

Perché questa frase introduttiva ci appare così importante e significativa?

Perché è una frase che risulta vera per ogni persona, c’è sempre un momento della vita di ciascuno di noi in cui ci sentiamo stanchi, oppressi, lontani dalla serenità, alla costante ricerca di una via di fuga, di una soluzione che ponga fine al dolore e al senso di vuoto che avvertiamo. Viene quindi citato un passo della Divina Commedia di Dante, Canto I:

    Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Dante Alighieri

Anche il sommo poeta ha vissuto come ognuno di noi una profonda crisi e ci viene portato ad esempio.

La bellezza poetica del film sta anche in questo continuo rimando a poesie significative della letteratura occidentale, attraverso le quali il regista racconta le fasi e gli ostacoli nonché i valori e i sentimenti con i quali ciascuno di noi si trova a confrontarsi nell’arco della propria vita.

Trasportando il pubblico in un clima confortevole, familiare: ci fa sentire, appunto, a casa!

Patch Adams: il film che insegna l'importanza vitale della ...

Una rinnovata e quasi insperata consapevolezza di sé

Ci troviamo nella Contea di Marin, Stato della California, nella città di Fairfax (USA) nel 1969.

Il protagonista Hunter Adams smarrito e incerto sul suo futuro, tenta la via del suicidio. Sventato questo pensiero tanto reale quanto definitivo, decide di internarsi volontariamente in un ospedale psichiatrico.

Qui viene a confrontarsi con una realtà drammatica quanto surreale, conoscendo le più svariate personalità o declinazioni della malattia mentale.

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Tuttavia ciò mette in azione il suo potenziale di persona empatica e Hunter inizia ad aiutare nel suo piccolo gli altri pazienti, cercando nel dramma un lato ironico, umoristico per strappare un sorriso a quelle persone spaurite e perdute come lui.

Qui incontra Arthur Mendelson, un genio diventato pazzo a forza di scavare nel potenziale della mente umana; è lui che lo soprannomina Patch, in quanto in uno dei loro primi incontri, siccome il caffè di Arthur goccia dal bicchiere rotto, ne blocca la fuoriuscita con una pecetta adesiva.

“Si.. Vedi quello che nessun altro vede. Vedi quello che tutti gli altri scelgono di non vedere. Senza paura, conformismo o pigrizia. Vedi il mondo intero come nuovo, ogni giorno. La verità è che sei sulla strada giusta. Se tu non avessi visto qualcosa in più di un vecchio pazzo, scorbutico, non saresti mai venuto qui.”

Arthur Mendelson

Personalità carismatica, Arthur spingerà Patch a guardare oltre quello che tutti vedono.

Insegnamento che gli tornerà utile in tutto l’evolversi della storia.

Patch Adams (1998)

Molto delicati e significativi sono anche gli altri colloqui che avvengono con i pazienti, come quando aiuta il suo compagno di stanza a raggiungere il bagno facendogli sconfiggere i demoni interiori che gli proiettano una realtà distorta.

È proprio in questo clima di disequilibrio generale che il protagonista acquista consapevolezza di se stesso e decide di intraprendere quella che gli sembra essere a tutti gli effetti la strada giusta: abbandona l’ospedale psichiatrico in quanto volontariamente recatovisi e s’iscrive alla facoltà di medicina.

La medicina diviene per Patch Adams una missione di vita

Ritrovata improvvisamente la strada di casa, “Patch” decide di voler diventare un medico, di volersi dedicare a rendere migliore l’esistenza delle persone, di usare tutte le sue energie per aiutare il prossimo, in quella che si delinea una vera e propria missione di vita.

Patch Adams: il film che insegna l'importanza vitale della ...

Inizia a frequentare l’Università e, risultando essere una mente brillante riesce a farsi strada nel mondo della medicina, che tuttavia gli appare freddo e troppo conformista, perciò attua una rivoluzione nelle modalità di intrattenimento dei malati usando una “eccessiva felicità”.

Si reca contro il regolamento a far visita ai pazienti, quasi come fosse un amico, un confidente. Sfrutta a pieno la sua capacità di empatia e attraverso la cura emozionale aiuta tantissime persone, ma si crea anche molti nemici, primo fra tutti l’organo dipartimentale di medicina poiché nell’anticonvenzionalità dell’uomo non riesce a riconoscersi, ne ha paura.

Un approccio vincente

Tuttavia piano piano il comportamento del protagonista risulterà vincente e verranno trovati dei compromessi per portare questo nuovo approccio sperimentale con il paziente nel mondo e nella prassi della cura medica.

Hunter incontra inoltre l’amore che si snoda tra lezioni, ore di studio intenso, momenti di spensieratezza e grandi sogni.

Un amore che affonda le sue radici nei versi della poesia di Pablo Neruda qui citata:

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Sonetto XVII, Pablo Neruda

Declamata in vari momenti del film, ma per intero solo sulla tomba dell’amata che muore per mano di uno dei suoi pazienti.

Patch Adams: la vera storia dell'uomo che ha inventato la risoterapia

Momento drammatico dove Patch Adams viene colto nuovamente da depressione e sente di aver fallito, tuttavia l’incontro con una farfalla, che gli ricorderà alcune parole della donna, lo farà tornare sui suoi passi, facendolo recare nuovamente in ospedale, dove dovrà difendersi davanti ad una giuria che lo vuol vedere espulso dalla facoltà.

La clownterapy ideata da Patch Adams

Con un discorso toccante quanto realistico e professionale, la difesa vincerà il processo e Patch risulterà idoneo al conseguimento della laurea in medicina.
Verranno inoltre prese, a gran sorpresa, in considerazione molte delle sue idee originali riguardanti le modalità di cura.

Gli ultimi desideri

Di grande impatto emotivo sono anche quelle cure e attenzioni che insieme al suo team di aspiranti medici, Patch dedica ai malati ormai anziani e/o terminali.

Come il paziente della stanza numero 305, che colpito da un tumore è arrabbiato con la vita e non lascia spazio per alcuna emozione positiva.
Hunter riuscirà, inaspettatamente, a fargli trascorrere gli ultimi giorni all’aria aperta e con una ritrovata “felicità”.

Dolcissima è ,inoltre, la scena in cui una paziente anziana vede realizzato il suo sogno di bambina: tuffarsi in una piscina piena di spaghetti!

E ancora quella in cui un anziano paziente partecipa ad un ultimo idealistico Safari, con pistole finte e palloncini a forma di animale.

Considerazioni finali sul fim

Quello di Patch Adams è un film che non lascia nulla al caso. Colto, brillante, ricco di colpi di scena e di argomenti profondi e impegnativi, che hanno sullo schermo un risultato impeccabile.

Robin Williams non delude e, con la scena finale dei bambini che indossano il naso da clown che egli stesso ha ideato per intrattenerli durante le lunghe giornate in ospedale, vede il frutto del suo lavoro.

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La storia di Hunter Adams commuove e ci invita a riflettere, ci intenerisce e allo stesso tempo ci ricorda quanto sia importante sorridere sempre, soprattutto di fronte alle avversità.

Il regista, però, non lascia certo ad intendere che la medicina possa vivere solo di colori e cure “emozionali”, anzi abbraccia anche il dolore e la morte, ma soprattutto lo studio e la scienza empirica come le fondamenta senza le quali non può esistere cura di alcun tipo.

Bisogna conoscere senza dimenticare di essere, senza eccedere in conformismi e disuguaglianze.

Infine ci insegna che non c’è persona o professione che possa vivere senza amore, ardente passione e ottimismo per raggiungere grandi cose.

«Vivete sempre con stupore» esorta Adams gli studenti di medicina nel discorso che chiude il film, in un accorato appello contro la paura e l’indifferenza.

Vivete sempre con stupore!

Hunter Adams, scena finale del film

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