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I Segni del Cuore: Il colpo di “CODA” agli Oscar 2022

I Segni Del Cuore (CODA), fresco di 3 premi Oscar, incluso quello come Miglior Film, è la sorpresa ‘indie’ della stagione cinematografica. Coming-of-age commovente e dolcissimo, tratteggia le difficoltà di un’adolescente udente nata da una famiglia di sordi.

I Segni del Cuore: trama e cast

In una cittadina del Massachusetts, l’adolescente Ruby Rossi (Emilia Jones) è l’unico membro udente della sua famiglia. Nasce da qui il significato del titolo originale CODA, che in inglese è un acronimo per Child Of Deaf Adults, ovvero Figlio Di Una Persona Sorda. La ragazza oscilla tra la vita da studentessa e quella da interprete per i genitori ed il fratello, i quali gestiscono un peschereccio.

La famiglia Rossi appare immediatamente atipica, non tanto a causa della disabilità, piuttosto per le eccentricità hippie che contraddistinguono l’apprensiva madre Jackie (Marlee Matlin), il padre giocherellone Frank (Troy Kotsur) e il fratello donnaiolo Leo (Daniel Durant).

Ruby, andando controcorrente e spesso ritenuta poco comprensiva nei confronti dei genitori, coltiva altresì la passione per la musica e per il canto. Iscrittasi al coro scolastico, inizialmente per far colpo su un ragazzo, troverà nella musica un’arma di comunicazione potente e trasversale.

Il film, diretto e sceneggiato dalla regista Sian Heder, la quale è stata insignita con l’Academy Award per la Miglior Sceneggiatura Non Originale, è un remake della produzione francese del 2014 La Famiglia Bélier. A differenza dell’originale, in cui gli attori erano tutti udenti ed avevano imparato la lingua dei segni, ne I Segni del Cuore, l’intero cast è composto da persone realmente sordomute.

Se, per Daniel Durant, la pellicola è un trampolino di lancio, Marlee Matlin non è, invece, nuova alle grandi produzioni. Dopo l’Oscar del 1986 per la sua performance in Figlio di un Dio Minore, compare regolarmente in serie TV di alto respiro come Law & Order e Quantico.

Ma è Tony Kotsur a rubare la scena a tutto il cast. Nato come attore di teatro, Kotsur prende qui le sembianze di un padre bizzarro, volgare ed impulsivo, sempre con la battuta pronta e spesso sopra le righe.

L’attore ha subito guadagnato i favori della critica (e commosso il pubblico) con i suoi perfetti tempi comici e la sua centrata mimica drammatica e, non a caso, ha sbaragliato la concorrenza agli Oscar 2022 conquistando la statuetta come Miglior Attore Non Protagonista.

Guardare la vita da “entrambi i lati”

È peculiare pensare che un film incentrato su una famiglia sordomuta trovi nella musica il suo maggiore espediente comunicativo. L’intera chiave di lettura della pellicola è, forse, racchiuso nel brano-capolavoro di Joni Mitchell Both Sides Now.

Ruby viene presa sotto l’ala protettiva del suo insegnante di canto Bernardo (personaggio centrale per il corso degli eventi ma eccessivamente caricaturale e poco incisivo), il quale decide di formarla per un’importante provino che garantisce l’accesso al Berklee College of Music. La canzone scelta per l’audizione è, appunto, Both Sides Now.

Si scatena qui una faida tra Ruby e la sua famiglia, i quali non comprendono la sua passione viscerale per il canto. In una scena particolarmente riuscita, Ruby si sta esibendo in un teatro gremito di persone e Jackie e Frank si scrutano percossi, cercando di captare nel pubblico attorno a loro un qualche segnale del talento della figlia.

Durante una delle innumerevoli incompresioni che intercorrono tra Jackie la figlia, quest’ultima pone alla madre il quesito: “Avresti preferito che nascessi sorda?“. Si tratta di una domanda incredibilmente potente e spiazzante, che getta le basi su tutto l’ultimo atto della pellicola.

Nel finale c’è, infatti, un sottilissimo scambio di percezioni, in cui Ruby si immedesima nei genitori durante “l’ascolto” di una canzone e trova, nonostante le barriere comunicative, il modo per riuscire a trasmettere anche a loro ciò che sta provando.

Sarà soltando osservando la vita dall’altro lato, come intona Ruby, che la famiglia riuscirà a lascarla (e lascarsi) andare. Non è un caso che l’ultima battuta della pellicola, pronunciata proprio da Tony Kurtis (l’unica parola che emette durante la pellicola), sia “Go“.

Dal Sundance Film Festival a Broadway

Il Sundance Film Festival è la vetrina più prestigiosa del cinema indipendente statunitense e, negli ultimi anni, ha assunto un rilievo nodale all’interno dell’award race.

Il Grand Jury Prize è un ottimo starter per farsi notare dal grande pubblico e titoli come Whiplash, Re della Terra Selvaggia e Minari, protagonisti agli Oscar nell’ultima decade, ne sono massimo esempio. Ma la lunga storia del festival annovera tra i suoi colpi più riusciti anche Le Iene di Quentin Tarantino, American Psycho e I Soliti Sospetti, giusto per citarne alcuni.

Non è, quindi, una sorpresa che anche I Segni del Cuore, a seguito del premio della giuria al Sundance 2021, abbia goduto di un’ascesa brillante. Apple TV+ ha acquisito i diritti di distribuzione americana, lanciando il film nella sua piattaforma nell’agosto dello scorso anno.

Sono bastate poche settimane di passaparola per rendendolo uno dei titoli più amati dal pubblico, conquistando a mano a mano premi e riconoscimenti importanti: l’American Film Institute l’ha definito uno dei migliori film dell’anno e i Golden Globes l’hanno inserito nella cinquina della categoria Miglior Film Drammatico.

Le 3 nomination agli Oscar (Miglior Film, Attore non Protagonista per Troy Kotsur e Sceneggiatura non Originale), hanno riportato in auge il titolo, tanto da far giungere il vortice del successo fino a Broadway.

Le principali testate oltreoceano riferiscono che, nei primi mesi del 2022, si è avviata la produzione di un musical in collaborazione con il Deaf West Theater, un’organizzazione non-profit completamente formata da persone sordo-mute.

In Italia, forse sottovalutando le potenzialità emotive della pellicola, I Segni del Cuore è stato editato direttamente in home video da Eagle Pictures ed è acquistabile su Amazon, nonché noleggiabile nelle principali piattaforme di streaming come Chili.

L’importanza di ascoltare

I Segni del Cuore è un film amabile, con cui è facile entrare in sintonia, perchè è infarcito di problematiche vicine a tutti: il vergognarsi dei genitori, l’amore-odio per i fratelli, la voglia di autorealizzazione, un amore adolescenziale travagliato.

La potenza dell’opera sta nel nascondere la disabilità per far risaltare altre peculiarità caratteriali. Si ride per le esagerazioni dei personaggi, non per la loro condizione.

Soprattutto, risalta un concetto fondamentale che spesso viene messo in secondo piano: non è importante la voce, ma ciò che si ha da dire.

Riccardo Armonti
Riccardo Armonti
Potete trovarmi dentro un film di Charlie Chaplin, nei dischi dei Beatles o tra le pagine di Herman Hesse. Ho vissuto in tre continenti, ma non ho ancora assaggiato un ragù che possa competere con quello della mamma.

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