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Steven Spielberg: 5 capolavori e 5 film da riscoprire

Oggi, 18 dicembre 2020, Steven Spielberg spegne 74 candeline. Complessivamente, le sue pellicole hanno guadagnato oltre 10 miliardi di dollari, consacrandolo come il regista con il maggiore incasso della storia del cinema.

Il suo nome, così come le sue opere, non ha bisogno di presentazioni. La redazione di Film e Dintorni ha colto l’occasione per rispolverare 5 grandi capolavori da vedere e e amare di nuovo e 5 film un po’ più in ombra che meritano di essere riscoperti.

Buona lettura!

Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo (1977)

Prima pellicola fantascientifica firmata da Steven Spielberg, nella quale si narra di un ipotetico contatto con un’avanzata civiltà aliena. Lo stile della narrazione è lineare, favolistico, “vissuto da una persona qualunque”, come commentato dallo stesso regista alla fine delle riprese.

La pellicola entra subito tra i cult del cinema di genere ed il suo seguito spirituale, E.T. – L’Extraterrestre, conoscerà un successo addirittura più ampio. In entrambe le prove, Spielberg sogna un rapporto amichevole e di fratellanza tra uomini ed alieni. Idea piuttosto innovativa per il cinema dell’epoca, in cui gli alieni venivano sempre rappresentati come una minaccia per l’umanità.

Un aneddoto interessante riguarda una scommessa di Spielberg con George Lucas, creatore di Guerre Stellari. Lucas, alla regia del primo capitolo della saga, era convinto che Incontri Ravvicinati avrebbe riscosso più successo del suo film. Spielberg, sicuro del contrario, gli fece una proposta: lui avrebbe guadagnato il 2.5% su Star Wars e Lucas il 2.5% su Incontri.

Guardando i numeri, non andò poi male a nessuno dei due.

Una scena tratta da Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo di Steven Spielberg

Indiana Jones – La Saga (1981-2008)

Assieme a Jurassic Park, anch’essa opera di Spielberg, si tratta di una delle saghe più lucrative e rimarchevoli di sempre. Quella del professor Henry Walton Jones è una tetralogia, il cui capostipite è I Predatori Dell’Arca Perduta (1980).

In questa pellicola Indiana Jones (Harrison Ford) deve trovare la preziosa Arca Dell’Alleanza prima che Nazisti ci mettano le mani sopra. Si avvia con queste premesse un film dinamico e ricco di azione, in grado di ridefinire per sempre il genere dell’avventura.

Seguiranno Il Tempio Maledetto (1984), L’Ultima Crociata (1989), con un esilarante Sean Connery nel ruolo di Jones Senior, e Il Regno Del Teschio Di Cristallo (2008). È attualmente in produzione il quinto capitolo della saga, ma Spielberg non sarà alla regia.

I Predatori Dell’Arca Perduta è stato inserito dall’American Film Institute nella classifica de “I migliori cento film statunitensi di tutti i tempi”, assieme ad altre quattro opere di Steven Spielberg: Lo Squalo, Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo, E.T. – L’Extraterrestre e Schindler’s List.

Harrison Ford in Indiana Jones di Steven Spielberg

Schindler’s List (1991)

Pellicola ispirata all’omonimo romanzo La Lista Di Schindler di Thomas Keneally, basato sulla vera storia di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che, durante la Seconda Guerra Mondiale, riuscì a salvare centinaia di vite dall’Olocausto. Schindler è interpretato nel film da un Liam Neeson in stato di grazia.

La particolarità del film è quella di essere girato completamente in bianco e nero, ad eccezione della scena iniziale e di quella finale. In quest’ultima vengono mostrati i discendenti dei sopravvisutti deporre delle pietre, come tradizione ebraica, sulla tomba del vero Oskar Schindler a Gerusalemme. Un’altra scena semi-colorata, particolarmente toccante, vede una bambina con un cappotto rosso aggirarsi per una Cracovia in preda agli orrori nazisti.

Il film assicurò a Spielberg una definitiva consacrazione, grazie alla vittoria di 7 premi Oscar su 10 nomination, tra cui Miglior Regia, Miglior Film e Miglior Sceneggiatura.

Scena tratta da Schindler's List

Salvate Il Soldato Ryan (1998)

Altro film di genere storico, nuovamente ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e incentrato sui giorni di fuoco dello sbarco in Normandia, il D-Day. Un ormai anziano John Miller (Tom Hanks), in visita al cimitero americano in Normandia, ricorda attraverso un lungo flashback gli avvenimenti che lo riportano a più di cinquant’anni prima, nel giugno del 1944.

Di grande pregio sono i primi venti minuti del film, che ripercorrono nel dettaglio, in maniera cruda e sanguinolenta, lo sbarco a Omaha Beach. L’aspetto tecnico, infatti, venne acclamato a gran voce, in particolar modo il lavoro di montaggio, regia, effetti visivi e sonori.

Il successo fu confermato anche agli Oscar, con 5 statuette, compresa quella per la Miglior Regia.

Una scena tratta da Salvate Il Soldato Ryan

Lincoln (2012)

Adattamento cinematografico del libro di Doris Kearns Goodwin, Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln, incentrato sulla vita del 16° presidente degli Stati Uniti.

La pellicola racconta gli ultimi mesi, dal gennaio del 1865 all’aprile del 1865, della vita di Abraham Lincoln, interpretato da un sensazionale Daniel Day-Lewis, e del suo genio politico che permise l’abolizione della schiavitù e la fine della Guerra di Secessione.

Curioso è che, per il ruolo di Lincoln, fu scelto inizialmente Liam Neeson, il quale fu poi ritenuto troppo anziano per la parte e sostituito da Lewis.

Daniel Day-Lewis in una scena di Lincoln di Steven Spielberg

Questi, però, sono solo 5 dei 36 lungometraggi realizzati da Spielberg finora.
Quali sono, invece, i film di Steven Spielberg che vengono troppo spesso dimenticati o eclissati dai capolavori appena elencati?

Di seguito, abbiamo selezionato 5 titoli sottovalutati che meritano di essere riscoperti.

Duel (1971)

Prima di divenire il professionista acclamato che tutti conosciamo, Spielberg effettuò diversi anni di gavetta tra gli studi televisivi. Già regista di svariati episodi di serie TV, nel 1971 realizza Duel, il suo primo lungometraggio per il piccolo schermo.

La narrazione è ridotta all’osso. David, rappresentazione dell’uomo qualunque, si ritrova coinvolto in un inseguimento autostradale con un gigantesco camion guidato da un misterioso psicopatico.

La pellicola trova la sua verve proprio nel mantenere nascosta l’identità dello spericolato autista per tutta la durata. Il notevole ingegno, di stampo hitchcockiano, sfrutta l’idea della paura scaturita dall’ignoto.

Spinti dal successo che Duel riscosse tra i palinsesti della ABC, gli Universal Studios acquistarono i diritti e lo distribuirono anche al cinema, aggiungendo circa venti minuti di scene inedite. Oggi, è considerato un vero e propria chicca per gli amanti del genere.

Scena tratta dal film Duel di Steven Spielberg

Sugarland Express (1974)

Il film ricalca in maniera semi-grottesca i road movies dell’epoca, criticando i mass media, la spettacolarizzazione della cronaca e la violenza della società americana. Fonte d’ispirazione fu, infatti, L’Asso Nella Manica di Billy Wilder, brutale allegoria del giornalismo mediatico.

Nella trama di Sugarland Express, ispirata a fatti realmente accaduti, Clevis sta scontando gli ultimi mesi di carcere. La moglie lo costringe ad evadere in anticipo per ricongiungersi con il figlio, affidato temporaneamente ad un’altra famiglia. Comincia così un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti inseguiti dalle forze dell’ordine.

Le similitudini con Badlands di Terrence Malick o Bonnie & Clyde possono essere disparate, ma le tematiche socio-familiari e il ritmo incalzante fanno di Sugarland Express un esordio cinematografico personale e incomparabile.

Una scena tratta dal film Sugarland Express di Steven Spielberg

L’Impero Del Sole (1987)

Considerato uno dei primi flop commerciali di Spielberg, il film mostra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale tramite gli occhi di un adolescente.

Jim, un giovanissimo Christian Bale, è il rampollo di un’altolocata famiglia inglese a Shanghai, ma durante l’occupazione giapponese, si ritrova separato dai genitori e rinchiuso in un campo di concentramento.

Lo spirito fanciullesco, già riscontrato più volte nella filmografia del regista, affiora qui in senso tragico. Viene mostrato il passaggio alla vita adulta attraverso le drammatiche esperienze della sopravvivenza, della solitudine e della malattia.

Bistrattato rispetto ai grandi capolavori del cineasta, va invece riscoperto per le sentite performance di Bale e John Malkovich e per l’impeccabile regia, specialmente nelle scene di massa.

È sufficiente la memorabile fotografia di Allen Daviau, candidata al premio Oscar, a rendere questo film un classico.

Una scena tratta da L'Impero Del Sole di Steven Spielberg

A.I. – Intelligenza Artificiale (2001)

2125. Un robot preadolescente viene programmato per provare sentimenti e dimostrare amore incondizionato. Costernato da domande esistenziali, inizia un peregrinaggio alla ricerca della propria identità.

Jude Law, ispiratosi alle movenze di Fred Astaire e Gene Kelly, interpreta invece un robot adulto capace di pensare come gli umani.

L’ideatore originario del progetto era Stanley Kubrick. A metà degli anni ’90, però, il regista accantona la produzione, rendendosi conto delle limitazioni degli effetti visivi.

Steven Spielberg e i suoi collaboratori, pionieristici nell’arte dei visual effects, riesumano il soggetto subito dopo la morte di Kubrick.

Sostanzialmente una trasposizione futuristica di Pinocchio, A.I. non si è rivelato il blockbuster di grande appiglio come sperato inizialmente. Tra i film fantascientifici del regista è, infatti, quello più tedioso e triste, ma anche quello che si presta a più esegesi.

Jude Law e Haley Joel Osment in una scena di A.I. - Intelligenza Artificiale

War Horse (2011)

Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, War Horse racconta l’amicizia tra un cavallo e un giovane ragazzo chiamato alle armi. L’eroico viaggio dell’animale per ricongiungersi con il padrone attraversa i duri scenari della guerra, cambiando la vita delle persone che incontra durante il cammino.

Il regista si addentra, ancora una volta, nelle tematiche della guerra e della giovinezza. Solo un’anima sensibile ed empatica come la sua poteva riuscire a rendere credibile l’amicizia tra un soldato e un cavallo.

La pellicola fece incetta di nomination agli Oscar 2012. Come già successo in passato con Il Colore Viola, L’Impero Del Sole, Amistad e Munich, non vinse, però, nemmeno una statuetta, restando così nell’ombra.

Merita, invece, una seconda visione per l’impeccabile tecnica, i meravigliosi scenari della campagna inglese e lo sconfinato amore che Spielberg dona al cavallo, rendendolo il personaggio più umano dell’intero film.

Una scena tratta da War Horse di Steven Spielberg

Oggi, Steven Spielberg è più prolifico che mai. La sua ultima fatica Ready Player One è stato l’ennesimo successo di pubblico e di critica e ci ha ricordato che, nonostante l’età, è sempre attento ai trend del momento e alle ultime tecnologie digitali.

La prossima pellicola, remake del musical West Side Story, è attesa per il 2021. Pare che abbia già in pre-produzione altri tre progetti, tra cui un film con Jennifer Lawrence e decine di idee pronte da essere realizzate.

Attivo da 50 anni, Spielberg ha condizionato per sempre l’industria e l’immaginario hollywoodiano, creando universi paralleli, dando vita a personaggi indimenticabili e incantando il pubblico di tutto il mondo con luci e colori mai visti prima.

Rifugiarsi nei suoi film e è come un abbraccio paterno, sempre caldo e confortevole.

“A volte mi nascondo dietro le mie pellicole perché sono un rifugio molto comodo e piacevole.”

– Steven Spielberg

Articolo di Alessandro De Carli e Riccardo Armonti

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