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The Circle mostra la deriva oscura dei social senza trovare una soluzione

The Circle è un film del 2017 con Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega e Karen Gillian.

La pellicola è tratta dal romanzo distopico Il Cerchio dello scrittore Dave Eggers, che parla di un’azienda leader nel settore tecnologico, i cui fondatori perseguono l’ideale della trasparenza totale tramite l’utilizzo dei social e del web in generale.

La protagonista delle vicende è Mae Holland (Emma Watson), figlia unica di una famiglia in condizioni economiche modeste, da quando il padre, malato di sla, ha dovuto lasciare il lavoro.

La giovane Mae, ragazza istruita e dai grandi ideali, è impiegata in un call center locale e sembra quasi rassegnata al suo destino di precarietà ed invisibilità sociale.

Questo finché la sua cara amica Annie (Karen Gillian) non le fa avere un colloquio presso la multinazionale tecnologica per la quale lavora, The Circle, che è spesso in cerca di nuove risorse.

Mae viene assunta come addetta al Customer Care ed entra in un mondo fatto di giovani dipendenti sempre sul pezzo che vivono in un grosso campus, frequentando le attività ludiche ed i seminari incessantemente organizzati dai due dirigenti dell’azienda.

Azienda – The Circle – che gestisce un social network complessivo dal nome di TruYou, il cui scopo è raccogliere tutte le identità online degli utenti su un’unica piattaforma.

In questa realtà virtuale – alla quale partecipa più dell80% della popolazione mondiale – si può fare di tutto: dal postare le foto delle vacanze al pagare le bollette, fino a votare per le elezioni, in maniera assolutamente trasparente, seguendo il motto, tanto decantato dall’azienda, Sharing is caring, Condividere è prendersi cura.

Gli stessi dipendenti non somigliano molto a dei dipendenti, quanto, più che altro, ai membri di una setta: il loro intero universo è rappresentato dalla società che, oltre alle ore di lavoro, ne assorbe anche il tempo libero; ripetono in continuazione gli slogan aziendali con fare estatico e pendono dalle labbra del fondatore e leader carismatico del ‘Cerchio’ Eamon Bailey (Tom Hanks).

Una società senza più privacy

Quella raccontata in The Circle è una società senza più privacy, dove ad ogni dipendente dell’azienda viene iniettato un chip in grado di misurare in tempo reale parametri come pressione sanguigna, battito cardiaco ecc., ma anche di localizzare ogni suo movimento.

Tale chip non è altro che un prototipo di un prodotto che, in breve tempo, verrà lanciato su scala globale e che comunicherà direttamente con la piattaforma TruYou, la cui diffusione è già sistemica.

Nel prossimo futuro immaginato da Egger e portato in scena dal regista James Ponsoldt, un’unica azienda controlla, di fatto, i dati dell’intera umanità, a dispetto dell’antitrust e delle leggi sulla privacy.

Inverosimile? In parte, ma neanche troppo se si pensa che Facebook conta 2,5 miliardi di iscritti attivi e che i 4,4 miliardi e 400 milioni di utenti internet del mondo passano la maggior parte del loro tempo su Google, che registra la nostra posizione, i nostri dispositivi e le nostre preferenze di ricerca (più i video che guardiamo su YouTube).

Certo fa impressione pensare ad un ecosistema unico in grado di riunire insieme i profili social, il conto bancario, il numero di previdenza sociale, i dati biometrici e persino le scelte elettorali di ogni individuo e in cui la maggior parte dei dati sono messi a disposizione dell’intera collettività.

E questo per rispondere all’imperativo secondo cui “Conoscere è bene, conoscere tutto è meglio” e alla convinzione che “i segreti sono bugie”, in quanto se si rende un qualcosa privato o nascosto si sta implicitamente impedendo agli altri di poterne godere, di far tesoro di quell’esperienza o conoscenza.

Insomma, una società della condivisone totale e forzata, rivisitazione contemporanea del Grande Fratello orwelliano, che porta alle estreme conseguenze quanto sta accadendo con le moderne piattaforme social.

Emma Watson è la Chiara Ferragni totale

Affascinata dalla carismatica personalità e dalle parole del leader di The Circle, Mae Holland acconsentirà ad essere la prima persona a portare una telecamera addosso 24 ore su 24, con la quale comunicare con follower sparsi in tutto il mondo.

Si mette così in scena la distopia dell’influencer totale, senza più privacy che, in un misto di altruismo, utilitarismo ed esibizionismo, condivide ogni istante della propria giornata con perfetti sconosciuti.

L’esperimento, partito con i migliori auspici, avrà delle conseguenze negative impreviste, che faranno rivalutare a Mae il valore prezioso dell’intimità e che le faranno mettere in dubbio l’eticità del sistema nel quale è inserita.

Considerazioni su The Circle

Sebbene parta da presupposti interessanti e da argomenti di grande attualità, la riflessione di The Circle rimane in superficie, non riuscendo o non volendo dare risposte convincenti a quelli che sono dilemmi urgenti della nostra società.

D’altronde non è compito di un film discutere e deliberare su questioni complesse, che dovrebbero essere argomento di dibattito in altre e ben più importanti sedi.

Il finale, in particolare, è ambiguo ed aperto a più interpretazioni, una delle quali potrebbe sembrare quasi favorevole al sistema stesso.

Una Emma Watson dall’aria spaurita ci accompagna per quasi tutta la visione, molto più drammatica l’interpretazione della Gillian, mentre, forse, troppo poco spazio è dato all’approfondimento del personaggio di Tom Hanks.

Molti di coloro che hanno letto il romanzo si sono espressi a sfavore della sua trasposizione, che, per quanto fedele al racconto, sembra tagliare o sintetizzare eccessivamente considerazioni e ragionamenti che, invece, sono chiave nel libro.

Pur non avendolo letto noi stessi, ci sentiamo di abbracciare questa prospettiva, avendo avuto fin da subito l’impressione che al film manchi quello spessore che, forse, dato l’argomento veramente attuale ed interessante, ne avrebbe potuto fare un capolavoro.

Roberta D'Addario
Roberta D'Addariohttps://msha.ke/everycurlanidea/
Professionista digitale e essere umano in divenire. Esploro il mondo in cerca di avventure, che siano in una metropoli caotica, in mezzo a un bosco o sullo schermo del mio pc. Amante della musica, del cinema e delle lunghe passeggiate. Rincorritrice di sogni e di autobus.

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