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Il diritto di contare: farsi strada in una società razzista e maschilista

“Il diritto di contare” racconta una storia che se non fosse vera, non ci crederebbe nessuno.

Il film è basato sul romanzo di Margot Lee Shetterley, “The Hidden Figures:

The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race”, e s’incentra sulla storia delle tre donne afro-americane.

Calcolatrici nel campus aereospaziale della NASA a Langley, Virginia, dove il loro talento, le loro capacità e l’ardente desiderio di riscatto quando le donne (ancor più se di colore) erano pesantemente discriminate hanno posto le basi per la vittoria americana della competizione per lo spazio contro l’allora Unione Sovietica.

Per la sua elevata importanza la vicenda raccontata nel film “Il diritto di contare” negli Stati Uniti si trova sui libri di storia a scuola.

Dal film “L’importanza di contare”.

Il Programma Mercury

La crisi che, inevitabilmente, mette in moto la macchina da presa è la riuscita del programma russo Sputnik (1 e 2), nel 1957, storico avvio della corsa allo spazio.

A Langley c’è fermento e sorpresa:

un sorpasso del genere non può essere accettato.

Nuovi fondi, esortazioni presidenziali e determinata abnegazione sono il carburante con il quale Al Harrison, capo del pool di scienziati a lavoro per calcolare tutte le variabili di lanci e voli aereospaziali, tenta di dare la scossa e mandare finalmente un astronauta americano nello spazio.

La crisi diviene allora l’occasione per le tre misconosciute ragazze, parte del Gruppo di Calcolo Ovest (composto essenzialmente da donne di colore) per farsi valere e perseguire le proprie ambizioni.

Il film è ispirato alla storia vera di Katherine Johnson, scienziata afroamericana che collaborò con la Nasa e il cui apporto fu fondamentale per il Programma Mercury, il primo a prevedere una missione spaziale statunitense con equipaggio, e per la missione Apollo 11, quella che portò l’uomo sulla luna.

Nel 1961, l’America è nel pieno della segregazione razziale, che non permette ai neri di vivere fianco a fianco con i bianchi.

Katherine Johnson è una donna di colore brillante e geniale, esperta in matematica e fisica, la quale, aiutata da altre due afroamericane, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, darà un contributo fondamentale alle missioni della Nasa di quegli anni, superando ogni forma di pregiudizio razziale.

Tre donne brillanti e in carriera

Vivian Mitchell, loro supervisore, assegna Katherine proprio alla Space Task Force di Harrison, rendendola in tal modo la prima donna afro-americana della squadra.

Vice di Harrison è il capo ingegnere Paul Stafford (Jim Parsons), una vera gatta da pelare per Katherine dato il suo atteggiamento belligerante, superbo e pregiudizievole.

Ciononostante il dato è tratto:

sta a Katherine mettersi in gioco con tutta la propria determinazione per essere, finalmente, “riconosciuta”.

Stessa situazione per le altre due ragazze, Mary e Dorothy:

l’ingegnera Mary Jackson e la responsabile del settore IBM, Dorothy Vaughn.

Un linguaggio semplice e diretto

Da una storia vera, di quelle che vale la pena siano raccontate, un feel good movie che sceglie una lingua semplice e diretta, tutto al servizio dei personaggi e delle loro vicende.

Dal film “Il Diritto di Contare”
Le 3 matematiche afroamericane.

Il sogno di emancipazione e carriera di tre donne nere nell’America degli anni Sessanta fa il paio con sogno kennediano della conquista dello Spazio:

in entrambi i casi il sogno di essere già lì, dove il resto del mondo deve ancora arrivare.

Per un film di questo tipo, il livello della retorica e della melassa sentimentale è sorprendentemente basso.

Il Diritto di Contare: un titolo “double face”

Il Diritto di Contare, ha come titolo originale Hidden Figures (Figure Nascoste), un gioco di parole che volutamente vuole esprimere un dualismo concettuale.

Se da un lato le “figures” rappresentano le donne che hanno combattuto per uscire dall’oblio che veniva loro imposto a causa del sesso e del colore della pelle, dall’altro indicano i numeri matematici che stanno dietro a tutte le loro brillanti scoperte.

Il titolo italiano del film, Il Diritto di Contare, gioca a sua volta con il doppio significato di contare, inteso come diritto di valere oltre che di destreggiarsi tra calcoli e cifre senza discriminazioni.

Dal film “Il Diritto di Contare”
Una rivoluzione scientifica tutta al femminile.

Considerazioni finali su “Il diritto di contare”

Un film da assaporare dall’inizio alla fine come quando si assapora il gusto della vittoria dopo grandi sacrifici.

Per amare finalmente il mondo della scoperta scientifica capendone l’importanza a livello globale e anche il suo innegabile fascino. Sarà che sono una fisica!

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