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Heart of Champions: lo sport e l’importanza del gioco di squadra

Heart of Champions (Swing – Cuore da Campioni il titolo tradotto) è un lungometraggio diretto da Michael Mailer, con Michael Shannon (Knives out, Animali Notturni, La Forma dell’Acqua) nel ruolo di un ex veterano di guerra (Murphy), chiamato ad allenare una squadra di canottaggio di un college americano reduce da un finale di stagione disastroso.

La vicenda del film non è nuova, il tema del coach che allena una squadra disastrata fino a risollevarne le sorti è abusato, soprattutto nella cinematografia americana, ma più spesso viene legato al mondo del basket, del baseball, del football americano; il tema del canottaggio, qui esaltato a dovere, risulta, quindi, una piacevole novità.

il coach murphy con alcuni ragazzi del team

“Nessun uomo è un’isola” è la frase chiave del film pronunciata dal coach per far comprendere ai ragazzi che allena che solo lavorando come una squadra, evitando egoismi e protagonismi si potranno ottenere i risultati sperati. I metodi di allenamento dell’uomo sono originali e anticonvenzionali e, tra astuzie e stratagemmi vari, torna alla mente la pellicola L’attimo fuggente, qui rivisitato in chiave sportiva, ma con dinamiche e insegnamenti molto simili, qui inseriti nel contesto del canottaggio.

Venendo alla trama del film, la vicenda ruota attorno ai tre protagonisti/antagonisti ovvero Alex (il capitano della squadra), il suo rivale John e Chris, l’ultimo arrivato nel team. Ai tre protagonisti si aggiunge il personaggio del padre di Alex, amico di vecchia data del coach Murphy, che esercita tutto il suo potere affinché emergano soprattutto le qualità del figlio a discapito del gioco di squadra. La conclusione della storia, senza rivelarla, è piuttosto prevedibile e non sorprende, ma lascia una bella sensazione.

una scena di canottaggio del film "heart of champions"

Alle scene di allenamento di canottaggio che sono probabilmente la parte migliore della pellicola (alcune sequenze sono davvero memorabili) si alternano le vicissitudini sentimentali dei tre protagonisti con alcune ragazze del college. Queste ultime presentano dinamiche piuttosto melense e scontate delle quali si farebbe volentieri a meno e che spezzano un po’ il ritmo della narrazione, rappresentando la parte debole del film.

Benché lo svolgersi della vicenda di Heart of Champions sia piuttosto prevedibile e non ci siano grossi colpi di scena, la colonna sonora ha un ruolo importante e assume spesso dei toni solenni e maestosi che riescono ad emozionare; risulta, quindi, ben inserita in ogni contesto narrativo, soprattutto nelle meravigliose sequenze di allenamento, rese ancora più incisive dall’ottima fotografia.
Viene quasi voglia di afferrare un remo e unirsi alla squadra per raggiungere lo “swing”, il momento in cui tutti i rematori sono perfettamente sincronizzati e la barca sembra letteralmente “volare sull’acqua”.

In definitiva un racconto di formazione con qualche imperfezione, che pecca di poca originalità visto lo schema ormai collaudato, ma ha il merito di parlare di canottaggio, uno sport affascinante e non molto conosciuto dai più. Complessivamente, il tutto risulta godibile e le quasi due ore di film (che forse si poteva accorciare eliminando alcune parti non necessarie) scorrono rapidamente senza annoiare.

Luca Baccarini
Luca Baccarini
Informatico di vocazione e di professione, fin dall'adolescenza sono sempre stato appassionato di film, anime, serie TV e retrogaming. Amante della buona cucina, del biliardo, della montagna e delle arti marziali, amo passare le nottate a contemplare il cielo stellato.

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