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Cruella: che soddisfazion, Crudelia de Mon

Glamour, musicale, ben scritto… tutto questo, e molto di più, è Crudelia, anzi Cruella, il nuovo live-action firmato Disney.

Prendere un’antagonista iconica (come molti dei cattivi Disney) e darle un “passato”, è, già di per sé, una sfida.

Dare – o provare a dare – coerenza e completezza ad una “cattiva crudele” il cui unico scopo (nel classico in cui ci viene presentata) è uccidere dei cuccioli di dalmata per farne una pelliccia… è forse un pelino – maculato – più complesso.

Capelli bianchi e neri, con pas–osessione per la moda, guidatrice che spereresti di non dover mai incontrare, ricca, folle, dispotica e vendicativa, questo è quanto ci rimane impresso di Crudelia dopo averla conosciuta nel film d’animazione La carica dei 101 del 1961.

crudelia demon nel cartone disney

Un seguito (Macchia, un eroe a Londra), due live-action (Questa volta è vera magia e La carica dei 102 ) e due serie animate (La carica dei 101-la serie e 101 dalmatian street), non stravolgono molto questo personaggio, semmai le danno il bellissimo corpo di Glenn Close, che per chi è cresciuto negli anni ’90, rimane iconica in quel ruolo.

Decidere di fare un nuovo film con Crudelia/Cruella come protagonista assoluta e darle possibilità di muoversi in uno spazio conosciuto (Londra) in una storia che precede quella che conosciamo, non può dirsi un’idea super innovativa, ma in questo periodo (imperversato da rifacimenti, politicamente corretto e computer grafica assassina del disegno a mano) è senz’altro nella norma.

l'outecoture londinese in cruella

Le aspettative di molti fan disillusi per questo film, erano per lo più due:

A) Trovarsi di fronte ad una Crudelia snaturata, miele e zucchero, solo apparentemente malvagia (sulla falsa riga della Malefica interpretata da Angelina Jolie);

B) Avere a che fare con l’ennesimo personaggio cattivo, che diventa Crrrrudele poiché incompreso dalla società (timore molto diffuso in rete, ma che andrebbero contestualizzato maggiormente).

Il regista e gli sceneggiatori sono stati davvero così banali? Hanno saputo rendere giustizia a Crudelia o è l’ennesimo – banale – copia e incolla?

Scopriamolo insieme!

emma stone nei panni di cruella all'interno di una boutique

Dalle prime battute del film (e grazie a dei piccoli riferimenti musicali successivi), sappiamo che ci troviamo più o meno nel 1970.

Periodo in cui innovazioni, musica (che è parte integrante della godibilità del film) e capi d’alta moda sono di casa.

La piccola Estella (la talentuosa Tipper Seifert-Cleveland) si rivela fin da giovanissima intelligente, creativa e con un forte carattere. Non incline a subire prepotenze, ma piuttosto sempre pronta all’offensiva (oltre che alla difesa), deve tenere a bada la sua parte “cattiva”, denominata dalla madre Cruella, allo scopo di incoraggiare la bambina ad essere la versione migliore di se stessa.

cruella/estella da bambina

Dopo varie vicissitudini, la ragazzina dovrà lasciare il collegio dove era stata mandata per trasferirsi con la madre alla volta di Londra, dove però, prima di arrivare, l’attenderà un incidente che segnerà la sua vita per sempre.

Jasper e Horace (Gaspare e Orazio) e, successivamente, anche Artie, nuovi espedienti per sopravvivere ma anche spirito di sacrificio, sono ulteriori variabili che si aggiungono alla vita di Estella, che cresce in grazia (Emma Stone, in tutta la sua bravura) e in abilità, affinando la sua vena creativa.

Il sogno di lavorare nel campo della moda, le si apre (dopo un po’ di gavetta e tenacia) attraverso l’incontro con la baronessa VonHellman (Emma Thompson), che le fornirà nuovi materiali per le sue creazioni, ma anche possibilità fino a quel momento non esplorate.

In un’ipotetica linea temporale invisibile, gli eventi de La carica dei 101 sono successivi, ma questo film non intende in alcun modo giustificare una folle rapitrice di dalmata che desidera una pelliccia pregiata.

Cruella ci racconta semplicemente una storia (tra l’altro in prima persona, grazie alla bellissima voce, nella versione italiana, di Domitilla D’Amico), in modo coinvolgente, musicale e intenso. Una storia che forse può far intuire la sua conclusione già dalla prima metà del film, ma che, ciononostante (come accade spesso ai buoni libri), si vuol seguire fino alla fine per godersi il modo in cui è raccontata… e restare anche piacevolmente sorpresi, sia che l’intuizione si fosse rivelata fondata o meno.

la giovane cruella sdraiata sul letto

I costumi sono esteticamente gratificanti, la colonna sonora leggendaria (The Doors, Tina Turner, Blondie, Bee Gees, The Clash, solo per citarne alcuni), gli attori perfettamente calati nelle parti, ma soprattutto è la struttura del film a funzionare, con una scrittura solida e non banale, congeniale al personaggio, che non risulta svilito, ma rinvigorito da questi nuovi esiti.

Crudelia rimane la solita folle, autoritaria, elegante e vendicativa persona che conosciamo, ma con qualcosa in più: una storia che la arricchisce di senso, che la circonda e che la racconta.

una simpatica vignetta raffigurante crudelia

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