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Outlaw King: Robert Bruce, il re “fuorilegge”

Outlaw King, diretto da David Mackenzie, è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival il 6 settembre 2018 e successivamente distribuito attraverso Netflix il 9 novembre dello stesso anno.

La pellicola vuole essere il proseguo del famosissimo Brave Heart, film del 1995 diretto e interpretato da Mel Gibson, anche se, contesto storico a parte, i due film hanno poco in comune.

la locandina di outlaw king

Outlaw King: tra personaggi riusciti e inesattezze storiche

Outlaw King non è così entusiasmante, infatti la narrazione dei fatti è molto confusa e vuole far apparire Robert Bruce (Chris Pine, che ricordiamo per aver interpretato il capitano Kirk nella nuova saga di Star Trek) come l’erede ideologico di William Wallace, nonostante le due figure siano state spesso in contrasto.

In realtà, come vedremo più avanti, Robert Bruce ha ripreso le armi contro l’Inghilterra quasi esclusivamente per scopi personali e per ottenere il trono, lasciato vacante dai tempi di Alessandro III di Scozia.

Non si nega l’atto puramente nazionalistico scozzese, cosa che ha sempre contraddistinto il paese degli scoti, e non lo si nega nemmeno a Robert Bruce, il quale, in questo contesto ha, come si suol dire, “unito l’utile al dilettevole”. Egli, infatti, era uno dei pretendenti al trono, insieme a John Comyn, in quanto pronipote di re Davide I di Scozia.

Tutto ciò nella pellicola non viene detto chiaramente, viene al massimo accennato, casualmente, ed è questa tendenza che rende ardua la ricostruzione dei fatti, la quale risulta molto difficoltosa anche per uno spettatore attento.

Molto spesso, infatti, non viene dato un inquadramento temporale e spaziale preciso, solamente nella scena iniziale viene comunicata la data e il luogo dell’antefatto.

Sembra quasi una dimenticanza da parte del regista oppure una paura intrinseca di trasformare il film in un documentario. Eppure, nonostante gli eventi siano storicamente fedeli e accurati dal punto di vista cronologico, essi sono accompagnati da dialoghi, a volte, inverosimili.

Nonostante ciò, molti eventi storicamente cruciali vengono saltati o relegati ad uno spazio marginale. Durante la visione del film, si ha, quindi, la sensazione che tra una scena e l’altra, manchino dei “pezzi”, come se il film fosse statto scritto frettolosamente senza preoccuparsi troppo di consultare degli storici.  

parte del cast di outlaw king

Ad esempio alle azioni di guerriglia, svolte per la riconquista dei castelli sequestrati dagli inglesi, vengono dedicate solo due scene all’interno del film, quando in realtà Robert Bruce andò avanti con le incursioni per anni; tutte le altre, infatti, non verranno nemmeno citate se non attraverso una piccola battuta: “Robert Bruce si sta riprendendo tutti i castelli della Scozia, bruciandoli”.

Tutte queste scene e soprattutto i dettagli omessi rendono la narrazione frammentata e poco omogenea, impedendo allo spettatore di comprenderne bene le dinamiche.

Non si può non criticare la mancanza di eventi fondamentali, dal punto di vista storico, tra cui quello della riunione del parlamento scozzese da parte di Robert Bruce a Saint Andrews.

La fotografia di Outlaw King, in compenso, è emozionante. Le inquadrature panoramiche delle Highlands e delle Lowlands riescono a far immergere completamente nelle ambientazioni e nella terra scozzese.

Le scene dei saccheggi e dei sequestri dei castelli sono, però, nuovamente frammentate e disomogenee, non si riesce a percepire e a comprendere con chiarezza ciò che accade, si alternano, infatti, scene di confusione totale e altre di calma piatta.

Il risultato finale non è, altresì, dei migliori. Riesce solamente a mettere in mostra alcune delle atrocità delle guerre, delle invasioni e dei saccheggi, mostrando infanticidi, stupri e intere città messe a ferro e fuoco.

La scena della battaglia di Laudon Hill è quella che, fra tutte, può vantare la miglior riuscita: il montaggio è dinamico, gli stacchi sono veloci, si riesce a cogliere e a percepire il vivo della battaglia.

L’esercito inglese è numericamente più forte, ma disorganizzato e davanti a quest’ultimo la rivolta scozzese non indietreggia.  

Gli inglesi cadono facilmente nella trappola escogitata da Bruce e dai rivoltosi scozzesi, i quali utilizzano il terreno delle Highlands a loro vantaggio. È proprio qui che si nota un’immagine metaforica potente: sembra che la stessa Scozia non voglia l’invasore Inglese, che la terra stessa combatta al fianco di Bruce, il suo re, e dei suoi soldati.

Di lì a poco l’esercito invasore sarà, infatti, costretto alla ritirata. L’unico a rimanere sul campo di battaglia è l’arrogante re Edoardo II, il quale sfida Robert Bruce in un duello che, però, lo umilierà. Bruce riesce, infatti, a disarmarlo, ma lo lascia vivere, per mera misericordia.

Nota dolente del film è, invece, un’inesattezza storica resa, per altro, attraverso una tecnica cinematografica approssimativa.

Nelle scene in cui i cortei del re lasciano Londra c’è una cosa che salta subito all’occhio: il green screen sul quale si intravede una Londra medievale.

Essa cozza troppo con il set realistico di altre scene e Mackenzie avrebbe potuto tranquillamente farne a meno o l’avrebbe potuta proporre, al massimo, in altre modalità.

L’errore storico risiede, invece, nell’aver posto Londra come sede del Re d’Inghilterra.

Durante le guerre scozzesi tra il 1298 ed il 1338, il castello di York venne frequentemente utilizzato come centro di amministrazione reale in loco, nonché come base per diverse operazioni militari più a nord. Re Edoardo I e suo figlio sarebbero, quindi, sempre dovuti partire da York e non da Londra.

La caratterizzazione dei personaggi, in compenso, è piuttosto coerente con le biografie storiche. Degna di nota, per la quasi assoluta fedeltà, è la descrizione dei reali inglesi del periodo, i quali, nei libri di storia vengono spesso dipinti come degli incompetenti e di certo non furono dei grandi discendenti di Re Riccardo Cuor di Leone.

Basti pensare che Re Edoardo II portò alla rovina la dinastia dei Plantageneti, e fu proprio l’arroganza di tale sovrano che non permise la vittoria contro gli scozzesi e la loro conseguente annessione.

Saranno, invece, l’unità e lo spirito scozzese che permetteranno a Robert Bruce di vincere e al suo discendente, Giacomo VI di Scozia, di unire, due secoli più tardi, le due corone attraverso il nome di Giacomo I di Scozia e di Inghilterra, appartenente al casato degli Stuart.

Tutto sommato, però, The Outlaw King non è da buttar via; è un film dal grande potenziale e dalle grandi pretese, ma probabilmente “non si è applicato abbastanza!”

La vicenda narrata in Outlaw King

Nel 1304 Robert Bruce e i lord scozzesi sono costretti ad arrendersi e a prestare giuramento ad Edoardo I d’Inghilterra plantageneto.

Il loro vassallaggio andrà avanti fino a che, Robert Bruce e il suo amico Angus – interpretato da Tony Curran, uno dei pochi scozzesi del cast, che ricordiamo per aver interpretato l’uomo invisibile nella pellicola “La leggenda degli uomini straordinari” – non troveranno un arto amputato appartenuto a William Wallace.

È questa la “miccia” che fa scatenare la rivolta. Robert Bruce decide, infatti, di raccogliere consensi e di dissotterrare l’ascia di guerra contro gli Inglesi.

In breve tempo Bruce diventa, quindi, simbolo della ribellione scozzese.
Nella scena dell’incoronazione lo stesso Robert si definirà “re degli scozzesi e non della Scozia, del popolo e non della terra”.

I significati celati dietro questa frase sono molti; si lascia intendere in primo luogo una sorta di nazionalismo il quale, però, all’epoca non sarebbe mai potuto esistere.

Personaggi come Robert Bruce e William Wallace (definiti solo in seguito eroi nazionali) hanno certamente combattuto per la libertà della Scozia, innestando infatti un seme nazionalistico nel loro popolo, eppure considerarli come tali, sarebbe fortemente anacronistico.

Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo in un’epoca in cui le nazioni non esistevano e i Re e i Nobili erano solamente dei Landing Lord, dei proprietari terrieri.

A quel tempo comandavano coloro che possedevano l’appezzamento di terra più grande, in quanto solo questi ultimi potevano disporre di una forza armata e del cibo necessario a mantenerla.

chris pine e florence pugh in outlaw king

Non a caso i due nobili pretendenti al trono di Scozia erano Robert Bruce e John Comyn, personaggi che avevano il controllo dei territori più vasti. Non dobbiamo dimenticare che anche lo stesso re d’Inghilterra, in quanto discendente di Guglielmo Il Conquistatore, era vassallo del re di Francia, Filippo IV, detto Il Bello.

Viene in seguito rappresentato il momento in cui Bruce si dirige da John Comyn con lo scopo di persuaderlo affinché si unisca a lui.

Comyn, però, rifiuta l’offerta di Bruce e minaccia di denunciarlo ad Edoardo I. Sarà proprio questa azione che costerà cara al landlord scozzese, il quale perderà la vita, a causa di un impeto di rabbia di Robert. Quest’ultimo chiederà, però, perdono ai vescovi di Scozia, i quali prenderanno la decisione di incoronarlo Re, come affronto all’invasione inglese.

Una volta eletto Re di Scozia e riconosciuto come tale dal Vescovo di Glasgow, Bruce decide, insieme al suo esercito, di marciare, nel giugno del 1306, verso Methven, nei pressi di Perth, dove viene attaccato dagli inglesi con un agguato durante la notte.

Bruce è costretto, quindi, alla ritirata e con alcuni dei suoi uomini si ritrova in poco tempo a girovagare per tutta la Scozia. Qui sarà più volte attaccato dagli alleati di John Comyn, i quali lo costringeranno a ritirarsi nel Villaggio di Angus, presso le Isole Orcadi.

Venuto a conoscenza dell’arresto della moglie e di quello della figlia, decide allora di avanzare e di riappropriarsi di ciascuno dei castelli sequestrati. Riuscirà in tale impresa attraverso una guerriglia lampo, dando fuoco ai castelli assediati; tutto questo andrà avanti fino al raggiungimento dell’apice della guerra, che si avrà con la battaglia di Laudon Hill, la quale simboleggerà la svolta nella rivolta scozzese.

Robert the Bruce (Chris Pine) surveys his phalanx in Outlaw King.

Gli antefatti che portarono alla guerra

Quali sono gli eventi che hanno portato a tutto questo?

La risposta si trova nella Grande Causa; si tratta, infatti, di una lunga questione dinastica sulla legittimità del trono di Scozia.

Esso venne lasciato vacante da Alessandro III di Scozia, morto senza eredi, e da sua nipote Margherita, morta ancora bambina.

Eppure svariati erano i pretendenti, basti pensare al Padre di Bruce, l’omonimo Robert, ad Edoardo I, a John Comyn e a tanti altri nobili scozzesi ed europei.

Il Consiglio, che avrebbe dovuto governare il Paese fino alla maggiore età di Margherita di Scozia, decise, allora, di chiamare in causa Edoardo I d’Inghilterra affinché decidesse a chi dovesse spettare la corona. Il verdetto fu a favore di Giovanni I di Scozia, succeduto di lì a poco da suo figlio Edoardo Balliol

Ma la questione è molto più complessa e articolata, per maggiori approfondimenti vi lascio qui il link!

Alessandro De Carli
Alessandro De Carli
Studente di filosofia, amante del disegno e del cinema; appassionato di anime e di film storici. Vago spesso senza meta tra gli scorci della capitale, eppure, metà del cuore è rimasto in Scozia, l’altra metà si nasconde in Giappone.

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