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Rohan Kishibe e l’estetica di un artista che racconta

Così parlò Rohan Kishibe è la trasposizione animata del manga spin-off della serie principale di Hirohiko Araki: Le bizzarre avventure di JoJo.

Composta da soli 4 episodi, rispetto ai nove del manga, la serie è stata diretta da Toshiyuki Kato e Yasufumi Soejima ed è stata prodotta dallo studio David Production.

L’anime è composto da quattro storie di ispirazione horror-fantasy, dove spiriti, maledizioni ed esseri umani superano i limiti imposti dalla materia. Rohan Kishibe ha il ruolo di narratore e testimone di questi eventi, i quali hanno esordio come semplice aneddoto delle sue esperienze. Questo viene raccontato agli amici in un cafè della cittadina di Morio-cho, nella quale Rohan si è trasferito, come raccontato ed esposto nella serie “Diamond is Unbreakable.

I disegni e le ambientazioni sono saturi di particolari che convergono nel protagonista, il quale rappresenta sempre l’inizio e la fine dell’azione, riuscendo a trasmettere la suspense e le emozioni macabre che la storia richiede e che Araki, finissimo storyteller, riesce a regalarci con una narrazione decisamente poco convenzionale.

Araki dà vita ad una vicenda dal carattere cupo e tenebroso, molto simile alla prima serie di JoJo, ma senza la presenza di vampiri.

Essendo concepito come un OAV (Original Anime Video), l’anime è nato per il mercato televisivo, ma anche per essere proiettato sul grande schermo; questo è il motivo per cui l’animazione è molto più curata rispetto a quella della serie madre e ciò si presenta come un grande pregio di questo spin-off.

Chi è Rohan Kishibe?

Il protagonista della serie è un famoso Mangaka di ventisette anni, il quale è anche l’alter ego dello stesso autore di JoJo, Araki. Rohan è sicuramente un personaggio eccentrico e spesso arrogante, interessato ad un’unica cosa: le storie che disegna.

Questa è l’unica motivazione che spinge Rohan a vivere le sue esperienze alla ricerca costante di una storia originale e intrisa di una bellezza ideale; una storia che sia quindi capace di regarargli l’ispirazione per i suoi manga.

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Come è ben noto, sia in “Le Bizzarre Avventure di JoJo”, sia nel suo spin-off, Rohan Kishibe si presenta come un anti-eroe, o comunque come un protagonista non troppo convenzionale. Egli non combatte per un ideale più alto, ma per uno scopo che solo lui riesce a comprendere davvero, motivo per cui spesso lo spettatore non riesce a condividere la sua ambigua moralità.

Araki ha voluto qui concepire e creare un moderno Sherlock Holmes, personaggio che è stato per lui sempre estremamente significativo. Il detective e Rohan Kishibe si somigliano, infatti, per due aspetti principali: per il “Modus Operandi” e per la loro dubbia moralità.

Nel primo caso, si fa riferimento a quella curiosità maniacale che, con il loro lavoro, porta i due prersonaggi alla ricerca di nuove esperienze e ad investigare di continuo la realtà che li circonda. Con il concetto di dubbia moralità si intende, invece, la parallela tendenza che li porta ad essere sempre a metà tra il bene e il male, e proprio questa caratteristica rende i due personaggi estremamente realistici.

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Rohan Kishibe non agisce come un deus ex machina, non risolve per certo tutte le situazioni, anzi, soprattutto nei due primi episodi, appare come uno spettatore passivo degli eventi che gli ruotano attorno; eventi che, da lui cercati o meno, diventeranno puro materiale per le sue future storie.

La bellezza del racconto

Da buon mangaka, Araki, ha trasmesso al suo alter ego tutto ciò che l’essenza di un artista racchiude. Basti pensare al piacere nel riconoscere, persino negli antagonisti, una bellezza ideale nei loro movimenti e nella loro determinazione. In secondo luogo, non può mancare un amore estremo nei confronti della natura, amore che, porterà Rohan ad acquistare una montagna intera.  

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Ritroviamo questa passione per la bellezza soprattutto nei suoi stessi racconti, i quali appaiono talmente precisi e metodici, da sembrare quasi inventati. In effetti, questa è una sensazione evidente anche negli amici del protagonista, i quali, davanti a storie del genere, hanno sentimenti contrastanti: da una parte sono infatti scettici, dall’altra appaiono invece meravigliati davanti all’emozionante storia. Fanno, infatti, fatica a credere che sia vero ciò che viene loro raccontato…che siano proprio questi racconti la storia del suo prossimo fumetto?

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Questa domanda è sicuramente condivisa da molti, ma, senza ombra di dubbio, non dagli assidui spettatori di Jojo. Il suo pubblico è, infatti, abituato a questo universo, ad un mondo fatto di Stand, Arte, Vampiri e Aztechi, un mondo che non smetterà mai di affascinare e di incantare.

Alessandro De Carli
Alessandro De Carli
Studente di filosofia, amante del disegno e del cinema; appassionato di anime e di film storici. Vago spesso senza meta tra gli scorci della capitale, eppure, metà del cuore è rimasto in Scozia, l’altra metà si nasconde in Giappone.

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