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Focus sui Personaggi di His Dark Materials

L’articolo che segue è stato scritto da Dario Galgano, un ospite d’eccezione sul nostro blog, che ci ha voluto dire la sua su una saga di cui è molto esperto e che molto apprezza. Buona lettura!

Abbiamo già parlato di questa serie tv nella recensione che se ti sei perso puoi recuperare cliccando qui, ma l’argomento è talmente vasto che abbiamo deciso di dedicargli anche un approfondimento, in cui ci si concentrerà maggiormente sui personaggi di His Dark Materials.

Buona lettura dunque!

Marisa Coulter: Il lato nascosto della diva

Iniziamo subito da un punto a favore per la scelta del cast della serie e della scelta coraggiosa della loro rappresentazione. Non perché ritengo che le capacità attoriali di questo cast siano migliori di quelli del film, ma perché hanno mostrato un lato diverso dei personaggi.

Partiamo da uno dei personaggi più carismatici: Marisa Coulter: una donna forte e affascinante, che ha raggiunto la vetta ed il rispetto in un ambiente tendenzialmente maschilista, capace di manipolare le persone intorno a lei con una pesante pressione psicologica che sa incutere anche al lettore/spettatore.

Probabilmente questa descrizione non ne fa giustizia in quanto questo è il personaggio più complesso e sfaccettato nato dalla penna di Pullman, ma proprio per questo ho apprezzato l’interpretazione di Ruth Wilson, seppur non ha saputo raggiungere quel carisma, rispetto e fascino che solo Nicole Kidman ha saputo trasmettere nella versione cinematografica.

L’austera Ruth Wilson nei panni della sua Marisa Coulter.

Ruth Wilson ha saputo invece mostrare il lato più umano, debole e nascosto della Coulter.

Si nota infatti in molte scene quanto la donna abbia faticato per raggiungere quel ruolo di potere e rispetto all’interno di quel mondo e di come tutt’ora non possa allentare la presa di quella posizione.

Tutto ciò è visibile grazie a quelle chiare maschere che la Wilson fa indossare alla sua versione della Coulter nei momenti di confronto con gli alti capi religiosi del Magisterium, dove riesce a tenere un’espressione di sicurezza e orgoglio insieme ad una punta di timore.

Anche aspetti come rabbia e frustrazione sono molto più sottolineati, grazie ad alcune scene che esaltano la – quasi – follia che la Coulter sfiora nei momenti più bui del personaggio, le quali neppure nel libro erano così evidenziate.

Questa “quasi follia” forse snatura un po’ troppo quel carattere forte e controllato, violando in parte la figura che molte persone si erano fatte della signora Coulter. Ma apprezzo comunque l’azzardo, in quanto capace di mostrare un lato potenzialmente realistico di una persona di questo stampo.

Lord Asriel e Lyra: un binomio che funziona

Per quanto riguarda un altro personaggio chiave della serie, Lord Asriel, ho trovato la scelta di James McAvoy davvero azzeccata.

A sinistra James McAvoy, l’attore scozzese interpreta Asriel, accanto a lui la piccola Lyra, alias Dafne Keen.

Fin dalla scoperta che McAvoy sarebbe stato il nuovo Lord Asriel sono rimasto soddisfatto e non mi ha deluso.

Un attore che apprezzo molto per le sue doti attoriali e che ha saputo mostrare molto in altre sue interpretazioni. In questo caso, l’attore riesce a mostrare alla perfezione la freddezza e l’orgoglio che sono proprie del personaggio.

Soprattutto nelle scene finali, riesce a far trasparire la famelica estasi di un Asriel che sta per raggiungere il suo scopo, ma anche la repressa paternità che si tiene dentro (abbiamo parlato di queste scene in dettaglio nella recensione).

Per quanto riguarda Lyra, la protagonista di questa avventura, la giovane Dafne Keen ha comunque soddisfatto le mie aspettative sul personaggio.

In realtà non ho particolari lodi o critiche per l’interpretazione di Dafne, che comunque ha saputo esprimere l’energia ed insolenza di Lyra senza togliere nulla ad altri aspetti della sua psiche.

Unico dubbio è dovuto al fatto che l’attrice di fatto non ha un’età di 12 anni come il suo personaggio, facendo apparire Lyra spesso troppo matura per quella che dovrebbe essere.

Will: il fuori luogo salvato dalla recitazione

Ed ecco il momento che tutti stavano aspettando: come non si può parlare di Will!

…ebbene sì, sono colpevole! Sono stato uno di quelli che quando nella serie viene mostrata per la prima volta la foto dell’attore che interpreta Will sono rimasto con le mani nei capelli per un bel po’ di minuti.

Amir Wilson, che presto sarà protagonista anche della serie Netflix “Lettera al re”.

Vi prego, non consideratemi razzista, ma nella mia mente – come in quella di tante altre persone – Will era un ragazzino bianco… e non nero!

Mi dispiace, ma quando mi viene stravolto un personaggio principale di questo racconto non posso non rimanere seccato.

E purtroppo questa abitudine sta diventando troppo comune in molte altre opere (coff coff… Death Note Il film, ad esempio!).

Devo dire però che l’attore Amir Wilson ha pian piano guarito questo mio malessere. L’interpretazione del suo Will mi ha convinto, anzi rientrava quasi alla perfezione nel carattere che mi ero prefigurato di Will nel corso della lettura dei libri.

Perciò va detto, nonostante forse in molti (io in primis) non condividono la scelta del dare ad un attore di etnia nera il nostro Will, il giovane Amir mi ha saputo convincere e non vedo l’ora di vedere questa sua interpretazione nelle future vicende della serie.

I Gyziani: Ma Costa ci nasconde qualcosa?

Critica simile, ma questa volta non giustificabile, sulla scelta degli attori dei Gyziani.

Abbiamo una Ma Costa ariana, un Billy Costa africano e un Tony Costa messicano. Ora, le cose sono due: o Ma Costa è un po’ una donna di facili costumi o Darwin in questo mondo non è mai esistito!

E’ quasi un controsenso fare una razza di nomadi alienata e allontanata da tutti composta però da tutte le razze del mondo. Ok l’omologazione e tutto, ma cosi ti viene solo da pensare male su Ma Costa!

Che poi dico, sempre riguardo la mancanza di Daimon nella serie: ma i Daimon di tutti i Gyziani sono solo dei falchi o simili?! Cavolo, fammi vedere allora un maledetto stormo di uccelli sopra le loro navi.

Il Daimon di Ma Costa – che sembra la nuova protagonista della serie per quante scene ha – praticamente non esiste: non si vede in una singola scena!

Menzioni onorevoli (e conclusioni)

Lee Scoresby come giovane pilota texano non mi dispiace troppo! Ad esempio, lui è uno dei personaggi di cui mi è andato bene il cambiamento.

Sia nei libri che nel film era un uomo di almeno una cinquantina di anni, mentre qui nella serie ne avrà massimo una trentina.

Certo, non è la stessa figura che doveva essere nei libri, ma mi piace in quanto dà quel pizzico di comicità e allegria che altrimenti mancherebbe nella serie.

Insomma, tra cambi, migliorie e tagli, il cast dei personaggi di His Dark Materials rispetto a quello del libro è un po’ diverso, ma non completamente in peggio, tutto sommato!

Valerio Cioccolini
Valerio Cioccolini
Vi piacciono le serie tv? Andremo d'accordo. Non vi piacciono? Beh...andremo d'accordo ugualmente.

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