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Il Buco – Un’interpretazione del suo “Messaggio” Finale

Abbiamo già parlato del film Il Buco nella recensione che lo riguarda e che, se volete, potete andare a recuperare.

In questa sede darò un’interpretazione personale sul finale, per provare a sciogliere quelli che sono i dubbi ancora rimasti in sospeso, soprattutto legati al “messaggio” che il protagonista ha voluto mandare ai piani alti.

A rigor di logica per poter comprendere e apprezzare tale articolo è necessario aver visto il film dall’inizio alla fine, dunque qui l’allarme spoiler è a caratteri cubitali.

Senz’altro aggiungere, proviamo, quindi, a dare un’interpretazione del finale di questa singolare produzione Netflix.

Il Potere di Cambiare le Cose

Non sappiamo i motivi per cui la Fossa sia stata progettata e creata, né per quale motivo si continui a finanziare e tenere aperta una struttura del genere, quindi anche qui ci sarebbe solo da ipotizzare.

E ipotizziamo, dunque, che essa non sia una prigione – come pure la vedono i suoi inquilini – ma una sorta di esperimento sociale. Una “gabbia per cavie”, se vogliamo, dove i membri della dirigenza possono tenere traccia delle decisioni e delle azioni che gli inquilini della struttura adottano.

Come sappiamo, le azioni che emergono – e a cui i carcerati sono spinti dalla fame, principalmente – sono le più riprovevoli e al limite dell’umana decenza possibili. Emergono tratti comel’egoismo, il razzismo, la violenza e persino il cannibalismo.

Il buco tramite il quale il cibo passa dai piani superiori a quelli inferiori e l’estrazione casuale del livello assegnato è da sempre il modus operandi della struttura, o almeno questo è quello che noi spettatori siamo portati a dedurre.

Molti dei criminali rinchiusi nell’edificio ne accettano il funzionamento e, piuttosto che farsi domande sui motivi dietro quell’organizzazione, si affidano alla legge del più forte per sopravvivere.

Ciò cambia se a confrontarsi con questo tipo di regole sono spiriti nobili come quelli del protagonista e della donna con il cane. Loro due sono coloro che scelgono di cambiare le cose.

In che modo tentare? Gli approcci che adottano sono diversi: la donna preferisce la diplomazia, un concetto che in un luogo del genere di certo non può funzionare, mentre Goreng opta per il pugno di ferro, che si dimostra decisamente più efficace.

L’uomo capisce presto che è questo il metodo da usare.

Coinvolgendo il suo compagno di stanza, i due iniziano la discesa attraverso i livelli per distribuire nel modo più equo possibile il cibo sulla piattaforma tra i vari inquilini della Fossa, usando la forza per allontanare o uccidere coloro che non vogliono prestarsi a condividere.

Nella discesa, i due incontrano un uomo sulla sedia a rotelle che, tuttavia, fa loro notare quanto questo piano possa risultare inutile anche se portato a compimento.

Il perché è evidente: risulterebbero solamente dei trasgressori agli occhi dell’ amministrazione e se anche raccontassero l’accaduto una volta tornati al piano 0 resterebbe il beneficio del dubbio sul loro operato, perché all’interno dei piani bassi della Fossa l’amministrazione non ha occhi.

Il Messaggio

Quale messaggio portare alla direzione, quindi?
Cosa potrebbe suonare talmente forte da scuotere i piani alti?

Qualcosa che l’amministrazione non si aspetta.

Il vecchio sulla sedia a rotelle consiglia di scegliere una qualsiasi pietanza sulla piattaforma da conservare intatta fino alla risalita al piano zero. A quel punto sì che potrebbe arrivare un messaggio molto forte: il cibo è avanzato, non ha vinto l’ingordigia, gli uomini hanno preferito non uccidersi a vicenda per il possesso di quel “tesoro”.

Rappresenterebbe una cosa mai successa tra quelle mura, che sovvertirebbe il trend a cui la direzione era abituata.

La discesa dei due continua e con grande sorpresa sia loro che di noi spettatori e si va ben oltre il piano 202 che pensavamo rappresentasse il fondo della struttura.

La discesa si arresta al 333. E sul perché di questo numero si potrebbero fare delle speculazioni.

Il numero del Diavolo è il 666, dunque il doppio. Ci stanno forse dicendo che arrivati in questo posto si è a metà strada per l’Inferno?

Ad attenderli al piano 333 c’è una sorpresa: una bambina, salva chissà come – ma qualche idea in merito possiamo farcela – che li osserva spaventata da sotto uno dei letti.

Di nuovo la necessità bussa a delle porte che devono essere aperte e dunque si compie l’ennesimo sacrificio: usare la panna cotta, ossia il messaggio, per sfamarla.

Il fatto che potesse essere sopravvissuta in un piano del genere è dovuto al fatto che sua madre si fosse presa cura di lei giorno dopo giorno. Perché la bambina è innegabilmente, per i tratti orientali del suo volto, la figlia della donna muta che ogni giorno discendeva sulla piattaforma, ma che non può più farlo perché è stata uccisa.

È un sentimento nobile quello che spinge i due a sacrificare la propria missione per salvare la piccola.

Goreng non sembra esserne pentito, sebbene non abbia più un messaggio e neppure un compagno, che muore gravato dagli stenti e dalle ferite accumulate nella discesa.

Il Vero Messaggio

Goreng sembra si sia ormai rassegnato a morire a sua volta, se non fosse che nel guardare la bambina ha un’ultima illuminazione. Non ha perso il suo messaggio perché il messaggio è la ragazzina stessa.

Ci è stato detto che la Fossa è assolutamente vietata ai minori di sedici anni e che, nonostante sia possibile portarsi persino un animale come unico oggetto consentito al momento dell’entrata, la donna muta è entrata da sola.

Tutto ci fa, dunque, pensare che la bambina sia nata nella Fossa, se da uno stupro o da un atto d’amore non ci è dato saperlo. Poco conta, perché ciò che importa è la bambina stessa.

Non c’è simbolo più alto di purezza di un bambino, ancora vuoto di peccati addosso a gravarne l’anima. Il fatto che sia nata una cosa tanto innocente in un posto di estrema perdizione è forse un messaggio più forte della conservazione del cibo inizialmente pensata.

Goreng ritrova dunque in questo la motivazione a prosguire e il suo piano riprende.

Se anche non cambierà nulla nella struttura almeno avrà la certezza che quella bambina, una volta tornata al piano zero con la piattaforma, sarà al sicuro.

L’ultimo punto su cui provare a far chiarezza è il momento in cui Goreng decide di scendere dalla piattaforma, rinunciando a tornare su con la bambina.

Il vecchio compagno di cella – ormai solo un’ombra residua nella sua testa – lo ammonisce del fatto che lui non rappresenti il messaggio, perciò, in questo senso, non ha diritto alla risalita. Il motivo, che anche lo stesso Goreng riconosce, si spiega con il fatto che nel periodo in cui è stato nella Fossa si è corrotto e si è macchiato di tutti quei comportamenti “standard” del posto. Si è reso anche lui responsabile di azioni terribili, ha ucciso ed ha mangiato un altro essere umano.

Ora, dunque, è davvero pronto a rassegnarsi alla morte, nell’ultimo piano oltre il 333.

Considerazioni sul film Il Buco

Questa era una delle possibili interpretazioni per questo film, il cui finale sembra sia stato volutamente lasciato aperto dagli autori.

Non sappiamo come andranno le cose dopo il recapito del “messaggio”, possiamo solo supporre.

Se avete visto anche voi Il Buco e avete una diversa opinione sul finale o sul film stesso, fatecelo sapere in un commento!

Valerio Cioccolini
Valerio Cioccolini
Vi piacciono le serie tv? Andremo d'accordo. Non vi piacciono? Beh...andremo d'accordo ugualmente.

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