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Coco: Un viaggio d’animazione oltre i confini della vita

Parlare della morte per affrontare un tema che la trascende, ossia quello della dimenticanza, riesce in modo perfetto in Coco.

Ed è ironico se ripenso al fatto che abbia messo in visione questo film durante un pranzo in famiglia poiché prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Disney e dunque sinonimo di film per tutti, leggero e con qualche risata strappata di tanto in tanto.

Beh, questo film è tutto tranne che spensierato signori miei e dall’alto dei miei venticinque anni di maschio maturo – e dunque con presupposti di virilità da mantenere alti – non mi vergogno a dire che sono stato un torrente di lacrime in almeno tre o quattro occasioni durante la visione.

Coco: non un classico film Disney

Coco non si perde in elementi stereotipati da classico film Disney, non ci sono principesse, né nobili spalle comiche (quel cane irrita soltanto, almeno per quanto mi riguarda; se il suo scopo era quello di farmi empatizzare ha fallito alla grande) né alcun cattivo con intenti forzatamente malvagi ma nella realtà poco probabili.

Ci sono solo personaggi, ognuno mosso da un personale credo che poi si rivela giusto o sbagliato con l’evolversi delle situazioni (qualcuno potrebbe anche trovare sensato il ragionamento Carpe Diem, certo portato a livelli estremizzati, che fa il “cattivo” di questa storia).

Non posso affermare che ci sia un evolversi dei personaggi, quanto più una presa di coscienza da parte degli stessi. A cambiare non sono loro ma i loro pensieri, quando si ritrovano a dover riconsiderare qualcosa che credevano essere in un certo modo ma che invece non lo è.

L’espediente narrativo più utilizzato – e con maggiore successo – in Coco è il colpo di scena. In Coco ci sono i giusti colpi di scena nei giusti momenti.

Cosa questa per nulla scontata, se si pensa al deludente Frozen (spoiler) e a quando quest’ultimo ci presenta il manifestarsi di un cattivo fino ad allora ritenuto un personaggio buono, senza tuttavia che ve ne fosse un reale motivo.

Coco ci presenta una dinamica più o meno simile, ma dopo aver visto il film fate il confronto tra le due situazioni e ditemi: fa lo stesso effetto?

Coco e la musica

Se, come qualcuno disse in passato “la musica è il miglior tramite per le emozioni“, in questo film le canzoni sono la torta sotto la ciliegina!

Ecco ciò che aiuta ad empatizzare con i personaggi, che provoca lacrime commosse e lo fa per altro attraverso degli ottimi componimenti.

Non a caso Remember Me è stata premiata come migliore canzone nel 2018, il secondo oscar ricevuto dalla pellicola insieme a quello come miglior film d’animazione sempre nello stesso anno.

Paradossalmente, pur essendo un film che ha nella musica il suo protagonista principale, essa non monopolizza la scena, sa rispettare il giusto spazio senza invadere gli altri elementi del contesto (come la trama, ad esempio).

Il tema della dimenticanza

Dunque il tema: la dimenticanza. La vita oltre il ricordo, affiancato a temi secondari (“secondari” lo metterei tra enormi virgolette) come la morte e la famiglia.

Tre principi che si connettono bene tra loro, a pensarci razionalmente. La famiglia è la testimonianza del fatto che tu sia vissuto e hai scritto la tua storia, la morte è il finale di quella storia, il ricordo sono i titoli di coda.

I titoli di coda sopravvivono al finale, ricordano a tutti i presenti in sala chi ha fatto parte del film, ma ad un certo punto si esauriscono e gli spettatori sono liberi di andare via, di tornare alle loro vite, alle loro storie.

E infatti i Morti accettano di scomparire perché, detto con un’alzata di spalle: “succede a tutti” (citazione di Hector).

Perché è normale che accada. Nessuno vive in eterno, neppure nei ricordi.

Hector non ha paura della morte, non è per quello che non vuole scomparire, né Miguel si impegna tanto nel salvarlo per prolungargli la “vita”. La cosa che i due vogliono è poter far sì che Hector rincontri per un’ultima volta sua figlia. È l’unico scopo.

Tirando le somme…

Se siete genitori e avete letto quanto ho scritto, non spaventatevi: Coco resta un film per bambini e come tale è perfettamente godibile in età infantile senza strascichi traumatici nei vostri pargoli.

Il tema della morte è trattato con la giusta leggerezza e non c’è un solo trapassato che faccia paura, pur essendo ormai ridotti a scheletri.

In sostanza (e in conclusione) Coco non è un film bello, è un film superlativo. Un film da…ricordare.

E soprattutto da vedere da soli così ci si può lasciar andare alle lacrime senza venir sminuiti nella propria virilità agli occhi degli altri…

Valerio Cioccolini
Valerio Cioccolini
Vi piacciono le serie tv? Andremo d'accordo. Non vi piacciono? Beh...andremo d'accordo ugualmente.

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